Partendo da una certa superficie, sistemare una vela richiede una buona forza fisica ed esistono soluzioni per rendere queste manovre accessibili a tutti, anche alle persone con mobilità ridotta.
Sommario
1 – Perché, per chi?
2 – Come funziona?
3 – Attenzione, è un bestione!
4 – Mai senza la mia manovella!
1. Perché, per chi?
I winch hanno reso accessibili a un solo uomo manovre che richiedevano un intero equipaggio. Nonostante ciò, saldare una corda, richiede a volte uno sforzo fisico! Per questo motivo, i principali rigger hanno sviluppato soluzioni elettriche che si rivelano essere un aiuto alla manovra. Possono essere motori integrati,ma i principali produttori propongono kit di conversione per la maggior parte dei loro modelli.
Qualora i tuoi winch non fossero compatibili, avresti comunque la soluzione dellamanovella elettricache presenta il vantaggio di poter essere utilizzata ovunque, qualunque sia l’imbarcazione o il winch.
Il primo utilizzo che possiamo immaginare per questo tipo di sistema è aiutare a sistemare le scotte di genoa che sono quelle su cui si forza maggiormente. Alla luce dell’esperienza, in famiglia o in equipaggio ridotto, l’utilizzo più pratico e comodo della motorizzazione è quello del winch di drizza. Un’installazione di questo tipo permette di issare senza sforzo una vela pesante, come le rande steccate, o anche di far salire senza sforzo un membro dell’equipaggio per intervenire in testa d’albero.
Infatti, l’assistenza elettrica non è utile solo quando bisogna forzarla, ma è particolarmente piacevole durante le noiose “moliture”. A chi è a favore della navigazione “virile”, che fa spallucce di fronte a tanta facilità, ricordiamo che anche le grosse braccia invecchiano e che la motorizzazione permette a un più grande pubblico di praticare la vela, comprese le persone a mobilità ridotta.
2. Come funziona?
Ogni produttore ha il proprio sistema. In Harken, tutti i modelli di winch, dal 35 all’80 possono esserne dotati. Il motore si monta sottocoperta, in posizione verticale o orizzontale a seconda dello spazio disponibile. Il fissaggio è relativamente semplice poiché riprende quello del winch. Sarà necessario un unico foro del supporto per consentire il passaggio dell’albero motore.
Il consumo elettrico è intermittente e relativamente basso (da 700 a 2000 watt), quindi non è indispensabile installare un banco batterie dedicato, basta che quello dell’imbarcazione sia sufficiente. Il circuito comprende un interruttore, un relè che funge anche da limitatore di carico e un’unità di comando. Quest’ultimo è fisso, cablato e con soli 2 pulsanti che corrispondono ai sensi di rotazione del motore che sfrutta così le 2 velocità meccaniche del winch.
3. Attenzione, è un bestione!
È questa demoltiplicazione che spiega la potenza sviluppata e il basso consumo elettrico. Una potenza che bisognerà saper dosare, altrimenti si viene travolti! Immagina che al momento di issare la randa, una stecca resti impigliata in un lazy-jack… Se il membro dell’equipaggio, al riparo dal cofano, o con il naso sul comando, non se ne rende conto, il peggio è da temere! Allo stesso modo, per le scotte, è meglio far prova di un po’ di astuzia: non si tratta di far passare tutto il genoa nella puleggia a ogni inversione di rotta! Una destrezza tanto più necessaria in quanto pochissimi sistemi permettono di shockare se non a mano. La motorizzazione è un aiuto, ma siamo ancora lontani da una navigazione a pulsante, dove le vele possono essere regolate con la semplice pressione di un pulsante!
4. Mai senza la mia manovella!
Il principale limite della motorizzazione è che è fissa. Se si desidera generalizzarla, è necessaria un’installazione per ogni winch. La manovella Ewinchernon conosce questo limite: essa può essere utilizzata su qualsiasi winch, qualunque sia la dimensione, e può passare da un’imbarcazione all’altra. Viene fornita in una morbida custodia che contiene la batteria (o le batterie), il caricabatterie, il convertitore a 12V e tutti gli accessori, compreso un secchio e una cinghia di sicurezza.
Può essere utilizzata manualmente, elettricamente o tramite una combinazione di entrambi. Anche in questo caso, i pulsanti invertono il senso di rotazione per sfruttare i rapporti di trasmissione del winch. Qui la pressione del dito è progressiva, il che evita di mandare in orbita un membro dell’equipaggio non abbastanza stabile sulle sue gambe. In ogni caso, a differenza di un sistema fisso, la mano dell’operatore sente immediatamente qualsiasi blocco. Oltre a queste caratteristiche di sicurezza, un’applicazione mobile permette di regolare la coppia massima e di misurare anche la tensione dei cordami.
Lo si nota, i due sistemi hanno ciascuno il proprio vantaggio e la tariffa base è abbastanza comparabile (circa 2.600 euro tasse incluse). È probabile che in futuro questi ausili si sviluppino, rendendo la vita più facile ai diportisti, proprio come i verricelli elettrici, i propulsori di prua, i motori dei tender… Tutti questi dispositivi di cui potremmo benissimo fare a meno, ma che facilitano comunque molto la vita!
L’articolo è stato redatto da Olivier Chauvin.